La Nocciola
Sodano è più che un'azienda: è una visione nata dalla passione di Francesco Sodano.
Perchè proprio la nocciola?
La memoria è legata alle giornate trascorse nei campi, al sole, ormai alto, che segna la fatica che avanza ma, soprattutto, è forte il ricordo di quegli odori straordinari che solo la natura sa donare.
Odori e ricordi legati a storie di tradizioni e di valori che hanno arricchito un patrimonio gastronomico unico al mondo.
Avete mai sentito parlare di "Corylus Avellana"?
Quando nel 1753 lo scenziato Linneo decide di definire “Avellana” questa pianta robusta e gentile, non lo fa di certo a caso. Sin dagli albori dei tempi, quando il Nocciolo viene portato in Italia dall’Asia Minore (attuale Turchia), trova la sua casa naturale in questo territorio.
Territorio, badiamo bene, che non iniziala sua storia di certo con la Romanità, come potrebbe far pensare il prestigioso
nome “Antica Abella”; ma che affonda le sue radici già nelle civiltà italiche pre-romane, dapprima quella Osca e poi quella Sannita.
Di certo con l’Impero Romano, questo frutto gustoso e nutriente riesce ad arrivare a molte latitudini, sempre apprezzato e consumato.
Abbiamo certezza di quel che affermiamo ad esempio attraverso un opera di Macrobio: lo scrittore latino vissuto
intorno al IV secolo d. C., che nei suoi “Saturnalia” ci lascia immaginare quanto dovessero essere intense le coltivazioni di nocciole nei dintorni di Abella già in quel tempo lontano Nux haec Abellana, quae est eadem, ex arbore est quae dicitur corylus, de qua Virgilius dicit: Corylum sere (È questa la noce avellana, proprio quella raccolta dall’albero cosiddetto corylus, chiamato così anche da Virgilio nelle Georgiche).
“Corylus Avellana” è ovviamente il nome scientifico del frutto; nella prassi agraria però, c‘è da dire, che la cultivar “Mortarella” è conosciuta come Avellana; questo perché si ritiene che propria questa varietà di Nocciole sia stata tra le più diffuse e considerate, sin dall’origine, dalla popolazione locale tale da far in modo di ottenere nella prassi una sovrapposizione tra origine territoriale e cultivar. Perché?
La motivazione è quanto mai ovvia: pur non essendo attualmente una varietà conosciuta dai consumatori, in quanto non parte di un processo di valorizzazione, ha ottime caratteristiche organolettiche, nonché pregevole predisposizione alla trasformazione.
Insomma una frutto, la “Mortarella” (o Avellana) pregiato e strettamente legato al territorio dell’attuale Bassa Irpinia, che può vantare,come detto, di imprimere il nome del suo più prestigioso e antico centro al frutto vero e proprio.
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